Da Biella a Lisbona, Paese che ricorda un po’ la Sardegna

insegne
Insegne del Circolo Su Nuraghe di Biella

Il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe ha ripreso lo scorso anno le gite sociali all’estero; un gruppo di Soci si è recato a Praga, alla scoperta dell’affascinante città mitteleuropea; quest’anno, invece, si è scelta una capitale sul mare molto particolare, in un Paese dove la vita trascorre con ritmi meno frenetici e dove si respira l’aria di un tempo che, per alcuni aspetti, ricorda un po’ la Sardegna.
La gita sociale 2010 avrà come meta Lisbona, punto di partenza obbligatorio di un viaggio in Portogallo: la capitale multiculturale, città adagiata su sette colli, con splendidi monumenti e vivaci quartieri.
L’imbarco è previsto giovedì 27 maggio da Milano Malpensa e, nube di cenere permettendo, arrivo a destinazione nel tardo pomeriggio. Rientro a Biella nella notte di domenica 30 maggio.
Il programma, curato in ogni dettaglio, prevede quattro giorni intensi di visite a palazzi, a musei, a storiche cattedrali tra cui: visita guidata al quartiere di Alfama e quartieri orientali, Castello di Sao Jorge, Miradouro S. Luzia, Cattedrale; visita guidata da Piazza de Commercio, a Belem, visita alla Torre di Belem e Monastero dos Jeronimos; Museo do Azulejos, Casa dos bicos, Miradouro de Graca; Citade Baixa, Largo do Chiado, Convento do Carmo, elevador de Santa Justa. Infine, una tappa è prevista anche al Parque das Nacoes, al ponte Vasco de Gama.Continua a leggere →

Sole, luna e frumento, alle radici della cultura

flabelli di frumento
Biella, piazza del Battistero. Flabelli di frumento decorano lo stendardo processionale di Santa Maria di Oropa e di Sant'Eusebio durante la vestizione di su componidori per l'edizione biellese di sa Sartigliedda.

Elementi rituali e calendariali connessi al mondo vegetale ed al frumento in particolare si farebbero risalire ai primordi della civiltà. Fino a pochi decenni fa, il mondo contadino era governato dal tempo della luna le cui diverse fasi scandivano l’inizio e la fine dei lavori dei campi. Luna e sole sono i simboli più antichi connessi al sacro; tutte le religioni presentano forti legami tra i corpi celesti e le attività dell’uomo. Così è per la festa di Pentecoste, Pasca de flores, la terza Pasqua dei Sardi, dipendente dalla luna della Pèsach ebraica da cui origina quella cristiana di Resurrezione.
Saperi antichi che i Sardi di Biella puntualmente ripropongono, tutelano e tramandano.
Così sarà domenica 23 maggio ad Oropa con canti, preghiere e segni, con flabelli di grano a decorare lo stendardo della Vergine Nera.
In passato a Biella, in molte località della Sardegna ancora oggi, le feste più importanti sono abbellite da particolari addobbi vegetali formati da spighe mirabilmente intrecciati.
Simbologie e gesti antichi che rimandano al Neolitico, alla nascita dell’agricoltura, quando l’uomo inizia ad allevare animali ed a coltivare vegetali. È noto, infatti come intorno all’11.000 a.C. i ghiacciai cominciarono a ritirarsi verso i poli, il clima divenne molto più mite; l’uomo, gli animali e la vegetazione si adeguarono a questa nuova e favorevole situazione.Continua a leggere →

Shavuòt, Pentecoste, festa delle primizie e della mietitura

calendario omer
Calendario per l'omer, Padova 1797. Manifesto in legno e pergamena per il conteggio dell'omer (i 49 giorni fra Pasqua e Pentecoste). Tratto da: Ebraismo Ed. Giunti Firenze.

Questa festa ebraica corrisponde alla nostra Pentecoste ma con significato diverso. Infatti festeggia il raccolto delle messi con un particolare significato per la primogenitura di ogni cosa, dedicata al Signore, ed anche completa il ricordo della liberazione ottenuta con la fuga dall’Egitto.
Shavuòt cade sette settimane (shavuòt) dopo Pèsach (la Pasqua ebraica che anche Gesù festeggiò). In quanto festa delle delle primizie e della mietitura è anche chiamata Ghang abikkurìm e Chang hakatzir. Poiché i Dieci Comandamenti furono promulgati sul Monte Sinai proprio cinquanta giorni dopo l’uscita del Popolo ebraico dall’Egitto, la ricorrenza di Shavuòt viene festeggiata come “tempo in cui è stata donata la legge”.
Il popolo Ebraico conquistò la libertà fisica con la liberazione dall’Egitto, ma fu solo quando ricevette i Comandamenti e la Legge che la liberazione arrivò al suo compimento anche spirituale. Le feste di Pèsach e Shavuòth sono collegate fra loro dal periodo dell’òmer che dura sette settimane.
Il passaggio dalla liberazione fisica a quella spirituale necessita di un periodo di purificazione. Sette giorni è il periodo di purificazione normale, quarantanove giorni è il periodo di purificazione necessario per liberarsi dalle influenze assorbite dalla cultura egiziana: il conto inizia la seconda sera di Pèsach e continua per quarantotto sere successive.
Lòmer è una misura di orzo pari a circa quattro litri che, ai tempi in cui esisteva il Tempio a Gerusalemme, veniva prelevata dal nuovo raccolto e offerta al Santuario, per la prima volta, proprio il secondo giorno di Pèsach.
Come gli Ebrei festeggiano oggi giorno Shavuòt: si usa trascorrere la prima notte della festività studiando tutta la notte su libri appositi in cui sono indicati i brani della Torà, del Talmud e dello Zohar da leggere. Si legge il Libro di Ruth.Continua a leggere →

La semina miracolosa della memoria, riscoperta di radici culturali e spirituali

donne del grano
Biella, area monumentale di Nuraghe Chervu: Donne del grano con piatto di frumento per la benedizione rituale.

Domenica, 23 maggio, sotto le antiche volte del sacello eusebiano di Oropa, verranno intonati in lingua sarda le lodi a Maria Deipara, Madre di Dio – Il cappellano di Su Nuraghe don Ferdinando Gallu terrà la catechesi in Limba – Ai piedi delle Alpi i membri della Comunità Sarda di Biella, simpatizzanti e devoti, si muovono lungo un filone di continuità con il percorso di fede e di cultura iniziato dall’antesignano Sant’Eusebio da Cagliari, Vescovo di Vercelli ed oggi patrono del Piemonte, introduttore del culto mariano ad Oropa (BI) ed a Serravalle di Crea (AL) nel corso del IV Secolo, durante la missione di cristianizzazione del territorio affidatogli.

Mannigos de Memoria della preghiera mariana

La simbologia del chicco di grano, richiamo al ciclo della vita, alla fertilità della terra ed al cibo, riecheggia frequentemente nei “campi” connessi al grande tema della Memoria1. Tale affascinante immagine, infatti, si presenta particolarmente idonea a rappresentare e rendere evidenti a chiunque le potenzialità e i bisogni insiti nelle radici dell’individuo, tra i quali la parola ed il linguaggio costituiscono senz’altro uno degli aspetti più caratteristici ed, al contempo, più strettamente connessi alle profondità dello spirito umano.Continua a leggere →

  1. Cfr. l’articolo “Mannigos de Memoria”, il grano “fantasticheria” cibo per sa Limba Sarda. []

Sardi ad Oropa per la Pasqua rosata, sa Pasca de flores

Mantenere e tramandare il profondo legame tra Sardegna e Piemonte, tra SantEusebio e il culto mariano

stendardo
Cagliari, Stendardo di N.S. di Oropa portato solennemente in processione durante la festa di Sant'Efisio, patrono della Sardegna.

Domenica 23 Maggio, alle ore 15.30, nella Basilica Antica di Oropa, verrà intonato Su Rosariu cantadu, ospiti del Rettore Don Michele Berchi. Alle ore 16.30, melodie in lingua sarda decoreranno la Santa Messa di Pentecoste, l’antica Pasqua rosata, sa Pasca de flores dei Sardi, testimoniata in originali liturgie a partire dai primi secoli del Cristianesimo.
Presso gli Ebrei, la festa di Pentecoste o delle “Settimane”, come detto nel Pentateuco1, aveva lo scopo di ringraziare Iddio della raccolta dei cerali. In origine, infatti, la festa di Pentecoste chiudeva il ciclo pasquale essendo celebrata, allora come oggi, sette precise settimane dopo Pasqua.
Secondo un caratteristico costume medievale del giorno di Pentecoste, attestato in molte chiese d’Italia e di Francia fino dal sec. XII – afferma Mons. Mario Righetti, Perito del Concilio Vaticano II – era quello di far piovere, durante il canto di Terza o della Sequenza alla Messa, rose, fiori e talora eziandio dei batuffoli di stoppa accesa ad imitazione delle lingue di fuoco scese sopra degli Apostoli. In alcune chiese della Liguria e dell’Emilia, nel giorno di Pentecoste venivano appese ad un albero, per il tempo dell’Ottava, le nebulae, cialde colorate da distribuire successivamente ai fedeli.
Una tradizione diffusa, presente ai piedi delle Alpi nella liturgia gallicana e conosciuta dai Sardi.Continua a leggere →

  1. Esodo, XXXIV, 22; Levitico, XXIII, 15 []