Sa Bingia

vendemmiaOi bollu chistionai de su traballu de sa bingia comenti d’apu connotu deu.
Aiaiu teniat bingias ma, po ddas traballai pigada hominis a giornada. Babai (nasciu in su 1902), a poi de sa guerra iat dizidiu de ponni a bingia una prutzionedda chi tenemus in s’atu ‘e Su Masu. A pagu a pagu ci dd’eus fata traballendi a distempus issu e deu.
Pauli, bidda mia, impari a Pirri, Ceraxus, Sestu e Su Masu fiat totu una bingia. Pauli a is primus annus de su Noixentus, possidiat 1.100 etarus de terrenu e ndi traballada 980 de is calis 618 fiant postus a bingia.
Su traballu ‘e sa bingia cumentzada cun s’oberri fossu: a picu e pala apposita po su fossu, si fiant, cantu fiat longa sa pruzionit, is fossus; dus prammus bonus de ampraria e artaria a ottu pramus (dus metrus), s’unu de s’atru. In atongiu si prantat sa petia, quatru prammus s’una de s’atra e si tudat su fossu.
Aprima imperanta sa petia sarda ma apoi, po crupa de sa fillossera s’esti imperau sceti petia americana chi perou candu iat pigau, ddi naramus prantaxa, tocada a dd’innestai. Is innestadoris paulesus fiant connotus e circaus in totu sa Sardigna.
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Sardi ad Oropa, iniziative culturali e di fede

Alcune immagini della giornata di festa sono inserite nella sezione fotografias.

stendardo processionale di Santa Maria d'Oropa e Sant'Eusebio da CagliariDomenica 14 marzo, Quarta di Quaresima, la Comunità dei Sardi di Biella si è recata in pellegrinaggio ad Oropa, ai piedi della Vergine Nera. Le loro voci si sono unite a quelle dei cantori di Cori Biellesi per intonare all’unisono, i Gosos, le lodi a Maria nell’antica lingua dei Sardi.
Un unico percorso di fede e di cultura che continua sulle orme del loro antesignano Eusebio da Cagliari, Eusebio di Vercelli, inviato in Piemonte nel IV secolo per innestare la nuova cultura, la fede nel Padre e la venerazione a Maria, “Deipara“, Madre, Genitrice di Dio.
Un modo semplice e concreto per conservare e tramandare identità, tenere vive quelle radici cristiane di cui sovente si sente parlare.
Accolti dal Rettore del Santuario, canonico Michele Berchi, i Sardi hanno indossato gli abiti della festa, in sintonia cromatica con il celebrante; ad accompagnarli il loro Cappellano, don Ferdinando Gallu.
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Biella e Cagliari: unite dal mare, unite dalla storia

Dal massiccio dei Sette Fratelli al monte Mucrone – un continuum storico ultramillenario che ci riporta ai legami tra le due terre separate-unite dal mare – i gosos, canti di lode rivolti alla Madonna, in successione ininterrotta con il precursore Eusebio, legano, nelle immagini delle parole oranti e nelle melodie della tradizione sarda, l’Isola con le Alpi

foto di gruppoBiella e Cagliari sono due città profondamente diverse, separate dalla distanza, dal mare, dalla dissomiglianza della natura e dalla difformità di clima, ma unite tra di loro dalla storia degli uomini. Più specificamente il legame trova una sua radice importante in quel ambito esistenziale che viene a toccare i bisogni e gli aspetti più profondi dell’individuo, ossia il mondo della religione e della fede: in essa i Santi costituiscono quella “nube di testimoni1 che estendendosi sulla penisola, come sull’Europa, ne ha protetto e fecondato i diversi territori a livello religioso, culturale, artistico e sociale2.
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  1. Lettera agli Ebrei XII, 1 []
  2. Cfr., G.Ravasi, Testimoni: quando la fede cambia la storia, in Luoghi dell’Infinito, n. 133, anno XIII, Ottobre 2009, p. 4 []

Il colore liturgico rosaceo, anticipazione della Pasqua

omelia del can. Michele BerchiAncora oggi, nella IV domenica di Quaresima (Lætaere) e nella III di Avvento (Gaudete), il colore liturgico penitenziale lascia il posto al rosaceo, affidando al segno del cromatismo la significazione della momentanea interruzione dei digiuni, mentre la gioia, che conclude le Tempora traspare anche dalle letture della feria IV e VI di settembre: Esultate Deo auditori nostro! Jubilate Deo Jacob! Summite psalmum jucundum cun cithara. Comedite pinguia et bibite mulsum! Secondo il Liber Sacramentorum, citato in nota da mons. Righetti, questo rito ha conservato abbastanza intatto il suo originario carattere festoso, e ricorda tanto bene le brindate campagnole dell’antica Roma al termine della vendemmia.
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Su Nuraghe: sposalizio di sapori, dolci sardi in mostra

Un sabato ricco di appuntamenti: consegna delle palme al Vescovo, mostra di dolci sardi e produzione del torrone di Tonara con nocciole sarde e miele biellese

preparazione del torroneSabato 27 marzo, alle ore 8.45, accompagnati dal nostro Cappellano Don Ferdinando Gallu, consegneremo le palme filadas, intrecciate alla sarda al Vescovo di Biella, ai Frati di San Sebastiano e al Rettore del Santuario di Oropa; partenza dal Circolo alle ore 8.20.
Alle ore 16, al Circolo, inaugurazione di Sapori di Sardegna mostra di dolci sardi realizzati dalle Socie. Nel frattempo il maestro torronaio Alfio Sau ci farà assistere alla preparazione dal vivo del torrone di Tonara, degustazione e possibilità di acquistare le specialità esposte in mostra.
Contemporaneamente, con inizio alle ore 15, nell’androne di ingresso al Circolo, Alfio Sau, abile torronaio, darà inizio all’antica produzione, in diretta e dal vivo, del “torrone di Tonara”. Tra gli ingredienti, il miele biellese e le nocciole delle montagne barbaricine. Uno sposalizio di sapori tutto da gustare. Caldo e ancora fumante, il torrone verrà offerto ai presenti che hanno assistito alle diverse fasi di preparazione.
In occasione dei momenti importanti della vita, il pane si veste a festa e diventa dolce. Ai pani speciali viene dedicata la mostra di dolci sardi; un’arte antica tramandata attraverso la fabbrilità popolare, arte vera ed effimera, arte da vedere e da gustare, da sottoporre all’esame di tutti i sensi.
Pane de saba, cocone de ou, pardulas, casadinas, tericcas, caschettes, amarettos, piricchittos: mille nomi del pane, pani singolari nella forma e negli ingredienti danno origine a tanti tipi di dolci per far belle e ricche le nostre mense.
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