Come il mirto nella valle effonde nell’aria la sua fragranza

Locandina HaitiSolidarietà – anche solo un piccolo gesto – Un Euro per Haiti – far fruttare le qualità personali donando – spendere il tempo a propria disposizione per chi ha bisogno – condivisione delle iniziative in favore della popolazione di Haiti

La Comunità dei Sardi di Biella, profondamente colpita dall’immane tragedia del Popolo di Haiti, aderisce all’appello del Vescovo di Biella Mons. Gabriele Mana, promuovendo tra gli Associati una sottoscrizione.
Il frutto della colletta verrà consegnato con sollecitudine in Curia tramite il nostro Cappellano Don Ferdinando Gallu, affinché l’aiuto giunga in fretta a destinazione. (le offerte possono essere consegnate direttamente al Circolo a Francesco, Alma o Anna).
In bacheca verrà affisso il resoconto del risultato della colletta.

Battista Saiu

Solidarietà

HaitiPreliminare è una trattazione etimologica del termine. Esiste un apposito lemma nel dizionario di G.Devoto e G.C.Oli (Id., Il dizionario della lingua italiana, Ed.Le Monnier, Firenze, 1990), che così si esprime a riguardo: «…atteggiamento, spontaneo o concordato, rispondente ad una sostanziale convergenza od identità di interessi, idee o sentimenti … In senso più elevato la coscienza viva ed operante di appartenere ad una comunità, condividendone le necessità, in quanto si esprime in iniziative individuali o collettive, di sostegno morale o materiale…». Il vocabolo deriva dalla dizione solidario, dal francese solidaire, originato a sua volta dalla parola latina solĭdus, ossia ciò che è solido, integro, pieno e compiuto, per lo più con frequente e stretto riferimento ai vincoli di natura giuridica legati alla cosiddetta solidarietà nelle obbligazioni1. Di consueto, nell’uso comune più diffuso, il termine “solidarietà” indica un atteggiamento benevolente e comprensivo, gratuito, atto a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che ha bisogno di un aiuto.
Continua a leggere →

  1. Cfr., L.Castiglioni e S.Mariotti, IL – Vocabolario della lingua latina, Ed. Loescher – Nuova edizione con appendice antiquaria, Roma-Milano, 1990 []

Papassinos de Tertenia, Ogliastra e frinire delle cicale

Sabato 30 gennaio, Nella Lastrucci Scatta ha presentato sos papassinos de Tertenia – dolce appuntamento con i Sapori di Sardegna per conoscere l’isola attraverso il gusto – ricetta e degustazione – immagini della serata sono visibili nella sezione Fotografias

gruppo di amici con al centro Nella Lastrucci ScattaDa tre anni faccio parte del Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella al quale mi sono avvicinata timidamente grazie alle svariate richieste della mia amica Alma.
Ho conosciuto la Sardegna all’inizio degli anni Ottanta e a poco a poco mi sono lasciata prendere dalla sua bellezza.
Il primo luogo che ho visitato è stato Barisardo e l’Ogliastra con Tertenia.
Negli anni a seguire, con le mie ragazze, allora bambine, ce la siamo visitata tutta.
Ho apprezzato la mutevolezza del suo territorio, dalle aspre montagne della Barbagia alle dolci colline che lentamente degradano verso il mare; quel mare così limpido!
La cosa che ancora oggi è rimasta impressa nella mia mente attraversando la provincia nuorese, sono state le nannai, le “nonne”, donne vestite di nero, austere nella loro semplicità.
Dell’Ogliastra ricordo gli svariati e genuini modi nel fare da mangiare, l’aria che profuma di mirto e d’abete nano mediterraneo che, d’estate, svela il frinire delle cicale.
Continua a leggere →

Gran favata, chi siamo e chi eravamo attraverso il gusto

LocandinaSabato 6 febbraio, alle ore 20, nei locali di via Galilei, il Carnevale dei Sardi di Biella inizia con la Gran favata, piatto tipico della tradizione contadina preparato con carne di maiale, fave e finocchi selvatici o con altre rare verdure di stagione.
Si tratta di una variante mediterranea delle note fagiolate ben radicate nel Biellese e presenti in altre località delle province vicine. Pochi sanno che per diffusione territoriale e per quantità di derrate consumate, il Piemonte orientale vanta un primato di tutto rispetto.
In Piemonte, i fagioli – nella ricercatissima varietà di Saluggia – hanno sostituito le fave, legume universalmente legato al culto dei morti.
In questo periodo dell’anno, le piazze di molte località alpine si animano di fumi e profumi, con fuochi che riscaldano persone e fanno ribollire delicate prelibatezze entro grandi paioli di rame.
Favata sarda o succedanea fagiolata piemontese sarebbero varianti del permanere di antiche ritualità legate al morire stagionale: banchetto funebre, pubblico refrigerium, in attesa del rifiorire della bella stagione.
La Favata proposta dai bravi cuochi di Su Nuraghe permetterà di avvicinarci “alle origini” attraverso antichi sapori: ulteriore contributo alla scoperta e valorizzazione di chi siamo e di chi eravamo attraverso il gusto.
Inoltre, durante la serata e nei diversi appuntamenti che in questo periodo si susseguiranno, sarà possibile gustare le caratteristiche cattas e zippulas, i dolci del Carnevale dei Sardi.
Continua a leggere →

Mamuthones sulle Alpi di Ardesio per chiamare l’erba

MamuthonesDalla Sardegna sono arrivati ad Ardesio, in provincia di Bergamo, sos Mamuthones e sos Issohadores di Mamoiada (Nu) per dar man forte alle Genti alpine per cacciar via gennaio durante la scasada del Zenerù.
Domani sfileranno con passo solenne, cadenzato e ritmato dal suono delle campane poste sopra sa garriga. I Sardi dovranno impegnarsi un po’ per ri-svegliare l’erba ancora ghiacciata, invitandola a germogliare ancora, uscire dalla terra e crescere di nuovo.
Zenerù è un rito di morte e di rinascita attestato – con altri nomi – in diverse parti dell’Europa folclorica; ad Ardesio si effettua il 31 gennaio, l’ultimo dei tre Giorni della Merla; periodo notoriamente predittivo che, con la Candelora, annuncia il definitivo allontanarsi dell’inverno.
All’imbrunire, tutti gli abitanti di Ardesio si muniscono di sonagli, campanacci o semplici pentole e barattoli, per produrre un infernale fracasso; por fine su una gran pira al freddo mese di gennaio oramai “vecchio” e finito; lasciare spazio al successivo nuovo mese della luna. Infatti, nel mondo della tradizione, la luna nuova di febbraio determina l’annata agraria e il successivo inizio dei lavori dei campi. Essa stabilisce il tempo del Carnevale e quello della Pasqua.Continua a leggere →