I premi del “Cagliari” e di “Su Nuraghe”

Assegnate le tradizionali otto borse di studio ai figli meritevoli dei Soci – doppia gioia per i risultati scolastici dei giovanissimi e il risultato calcistico della squadra del cuore – alcune considerazioni sul voto numerico

Commissione esaminatriceMercoledì 6 gennaio – mentre gli appassionati di calcio del club “Forza Casteddu!” del Circolo Su Nuraghe esultavano per il pareggio conquistato nel finale di partita con la Roma, nei saloni adiacenti si assegnavano le tradizionali otto borse di studio ai figli meritevoli dei Soci.
Da oltre trent’anni il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella inizia l’attività sociale del nuovo anno con i più piccoli della comunità, premiando il loro impegno nello studio, condividendo con loro e con i loro familiari un importante momento di gioia collettiva.
Dopo il saluto e gli auguri del presidente, prima della proclamazione dei vincitori e della consegna dei premi, il prof. Roberto Perinu, ha parlato del “nuovo” sistema valutativo numerico reintrodotto nelle scuole, illustrando, poi, le modalità adottate dalla Commissione esaminatrice, formata dalla prof. Anna Taberlet Puddu e dalla maestra Elena Garella, per la scelta, sempre difficile, dei migliori candidati.
Vincitori delle Borse di studio 2010 sono: Valeria Cannas, Adelaide Foglia Balmet, Elisa Lazzarotto, Alex Lecca, Francesca Mezzano, Alessandra Tarello, Federica Tarello e Stefano Vanoli.Continua a leggere →

Ad Oropa e nelle case, presepi di ambiente sardo

A Biella, in occasione del Natale, vengono allestiti presepi di ambiente sardo. Nella sezione fotografias è possibile vedere il presepio sardo allestito da Battista Medde nella sua casa a Biella.

Presepio sardo di Battista MeddeAd Oropa, nelle sale laterali e nella cripta della Basilica Superiore del Santuario Mariano Eusebiano Alpino di Santa Maria del Monte è possibile visitare una ricca mostra permanente di presepi provenienti da tutto il mondo, resa possibile grazie alle donazioni di due appassionati cittadini biellesi: Arnaldo Zona e Pier Giuseppe Alvigini.
Dalla collezione Alvigini proviene il presepio con personaggi sardi, opera dell’Artista Paolo Monni di Olbia, ambientato in un paesaggio sardo.
Questo prezioso presepio, esposto ora ad Oropa, venne presentato per la prima volta (dal 24 dicembre 1997 al 15 gennaio 1998) dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe in occasione della riapertura al pubblico di un altro importante Santuario Alpino Biellese: San Giovanni della Balma, Andorno Micca (Biella).
L’evento di San Giovanni d’Andorno e l’allestimento del presepio nella cappella di San Giuseppe, curati dal Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe su invito del Rettore can. Giovanni Saino, coinvolse le classi IIA, IIB, IIIB, IIC, IIIC della Scuola Media Statale XXV Aprile di Andorno Micca, guidati con abile cura dai loro insegnanti, in collaborazione con i docenti e gli allievi del Corso di disegno, pittura e ceramica tenuto a Su Nuraghe di Biella e da Su Cuncordu Lussurzesu di Santu Lussurgiu (Oristano).
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Fiori di filet, mostra e laboratorio di ricamo a modano

zia Antonietta Sotgiu con alcuni sociSabato 19 dicembre, nei saloni della Biblioteca Su Nuraghe la comunità dei Sardi di Biella si è riunita per la serata di auguri e per inaugurare il nuovo anno sociale. Nell’occasione è stato presentato Su Calendariu 2010 dedicato ad Alberto Ferrero della Marmora in cui sono riprodotti i dieci tra disegni e acquerelli esposti per la prima volta a Cagliari, provenienti dagli archivi del Centro Studi Generazioni e Luoghi di Biella.
In apertura, il pregevole quadro del 1828, olio su tela di Pietro Ayres, La famiglia Ferrero dei Marchesi della Marmora: vera e propria fotografia d’epoca ante litteram della casata; in essa il giovane Alberto è dipinto nell’atto di mostrare ai parenti quanto scoperto ed ammirato nel corso dei suoi viaggi in Sardegna iniziati nel 1819.
Contemporaneamente è stata inaugurata la mostra “Fiori di filet“, preziosa cornice di ricami tradizionali realizzati da zia Antonietta Sotgiu. Un omaggio alle ottantanove primavere della decana dei Sardi di Biella che ha accolto l’invito a tenere il corso di filet, il laboratorio di ricamo a modano iniziato lunedì 30 novembre presso la sede di via Galileo Galilei, 11, a Biella.
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Bonas Pascas tre volte: de Nadale, Manna e de Flores

Sabato 19 dicembre, Biblioteca Su Nuraghe di Biella – inaugurazione della mostra “Fiori di filet” – presentazione di Su Calendariu 2010 – serata di Auguri: “Bonas Pascas, a Largos annoso” – Buon Natale e Buon anno

cartoncino auguriTre sono le Pasque dei Sardi: Pasca de Nadale, Pasca Manna e Pasca de Flores; segnano l’evoluzione dell’anno liturgico – da Natale a Pentecoste – incardinato nella Pasqua di Resurrezione: Pasca Manna.
Pasca de Nadale, preceduta dal tempo penitenziale dell’Avvento, celebra la festa del Bambino, nuova luce che nasce, virgulto di antica radice nella Notte santa, anticipatrice del giorno più corto, saluto al Sole che incrementerà durata e intensità luminosa dal solstizio d’inverno.
Pasca Manna o de Abrile cade nel momento in cui luce e tenebra sono di uguale durata, l’equinozio tra luce e buio, sempre in relazione con la Luna “piena” di Sole.
Il ciclo si completa cinquanta giorni dopo con la Pentecoste, Pasca de Flores, “dei fiori”. Il nome rimanda alla rosatio o festa delle rose tanto cara ai Romani, una cerimonia fatta propria dai Cristiani del V secolo quando l’imperatore Foca diede il permesso a Papa Bonifacio IV di dedicare a Santa Maria ad Martyres il Pantheon elevato da Agrippa (+12 a.C.) in onore di Giove vendicatore, chiamato Quernus, quercus, quercia, pianta sacra al pari della vite, simbolo del sommo dio romano.
Dall’alto del lucernario aperto nella cupola maestosa, si faceva piovere entro il tempio un nembo di fiori e petali di rose, che scendevano sopra i fedeli. La cerimonia venne estesa ad altre solennità. A Santa Maria Maggiore, per esempio, si fa ancora nel giorno anniversario della sua dedicazione (5 agosto) con rose bianche e gelsomini, e diede origine alla leggenda medievale della neve. Quella del Pantheon venne poi riportata alla Domenica fra l’Ottava dell’Ascensione, che si chiamò quindi Dominica de rosa, finché, smarrito il significato primitivo, venne posta in relazione con la prossima venuta dello Spirito Santo.
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