Per essere moderni bisogna essere davvero antichi

Venerdì 6 novembre, alle ore 21, nelle sale di via Galileo Galilei, 11, a Biella, nuovo appuntamento con i libri.

locandinaSarà il Prof. Roberto Perinu a presentare nelle sale di Su Nuraghe le opere di Marcello Fois che, con il romanzo “Stirpe” (Einaudi 2009), “squaderna il Novecento con una forza poetica e infallibile“.
Si tratta di un libro che – in un solo sguardo – abbraccia storie piccole e grandi, avvolte nella luce calda dei ricordi dell’infanzia, velata dalle ombre fitte dell’età adulta.
Marcello Fois, uno dei pochi scrittori italiani contemporanei conosciuto fuori dall’Italia, che ha ampiamente utilizzato nelle sue opere la lingua materna, con Stirpe sceglie di ridurre l’uso della lingua sarda nel suo narrare: “C’è stato un momento in cui era importante scrivere con un corposo ricorso alla limba – afferma – serviva ad attestare un momento di autocoscienza e a testimoniare il tentativo, anche in narrativa, di superare il sentimento di vergogna che da sempre segue come un’ombra i sardi“.
Un senso di inferiorità che in maniera più o meno forte accomuna alcuni popoli “minori”. “Ora – prosegue Fois – bisogna andare oltre, non farsi imprigionare in quello che altrimenti diventerebbe un manierismo provinciale“.
In Stirpe, lo scrittore sceglie di raccontare la storia dei Chironi, ambientata nella Nuoro fine Ottocento, con protagonista una famiglia nuorese possidente: signori della terra e delle bestie.
Mantiene in secondo piano, quasi come sfondo, l’ambiente agropastorale, soffermandosi sui “traumi e gli entusiasmi della prima vita in Sardegna nel contesto urbano“, preferendo osservare con occhio disincantato quello che oggi siamo. L’Autore parte da un passato necessario, accettandone le sciagure, poiché “Per essere moderni bisogna essere davvero antichi“, ricordando, infine, che “non c’è genia, da che mondo è mondo, che sia nata forte e invincibile se nutrita di lacrime“.Continua a leggere →

Corso di filet, tecnica e segni di antiche comuni radici

Presso il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella è possibile iscriversi al “Corso di filet”, per conoscere, imparare e tramandare l’antica tecnica di lavorazione artistica di canovacci a forma di rete che rimanda al mondo dei pescatori.
Pizzi e ricami nei motivi a filet sono giunti fino a noi nella biancheria dotale, curiosamente presenti nei corredi di molte chiese sarde e biellesi. Disegni, molto vari, realizzati con identica tecnica, che Su Nuraghe intende contribuire a tramandare.

zia Antonietta SotgiuIl filet, una tecnica di lavorazione conosciuta in Francia, ampiamente diffusa nel continente europeo, ha avuto importanti centri nell’Italia continentale e in Sicilia. In Sardegna ha il suo principale centro nella Città di Bosa.
La conoscenza antica di questa tecnica di intreccio è testimoniata negli affreschi che decorano il Castello dei Malaspina, innalzato nel XII secolo sul Colle di Serravalle per controllare la foce del Temo – unico fiume navigabile della Sardegna – e l’accesso dal mare.
Quel mare, sempre insidioso per i Sardi, veniva protetto da fortificazioni, chiese, torri e santi. Infatti, alla destra del corso d’acqua sorge l’antica chiesa foranea di San Bachisio, reintitolata, nel corso delle ultime grandi pestilenze, ai Santi Cosma e Damiano, rifugio popolare durante le frequenti invasioni.
Sull’Isola Rossa, prospiciente la grande spiaggia di Bosa Marina, una grande torre, edificata dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, è l’imponente avamposto contro le invasioni barbaresche.
Ultime in ordine di tempo, le costruzioni difensive militari in cemento armato realizzate durante la Seconda Guerra Mondiale.
Anche sulle reti dei pescatori, tuffate nelle pericolose acque del mare, venivano messi segni per invocare protezione e garantire l’abbondanza del pescato: ricami a forma di croce, di stella o di fiore. Elementi decorativi che “esplodono” nei pizzi realizzati dalle donne bosane: reti votive, benaugurali, una sorta di magismo popolare per garantire il rientro incolume dal mare.Continua a leggere →

Una Sardegna ricca di natura, pulsante di vita e di storia

Maria Cristina CoccoA rubarti il cuore non sono solo le classiche mete di vacanza piene di turisti, ma le meraviglie che scopri ad ogni angolo, i posti “normali”, lontano dalle guide turistiche. È lì, fra le maestose dune accumulate da forti venti di maestrale, il mare limpido e cristallino, il paesaggio che si modifica ad ogni curva, che la Sardegna ti fa innamorare.

Sabato 24 ottobre, alle ore 21, si è tenuto a Biella, nelle sale di via Galileo Galilei, 11 il nuovo appuntamento con “Su Nuraghe Film“, lezioni di cinema “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore”, con la proiezione di “Sardegna Isola parco”, un documentario del giovane regista cagliaritano Davide Mocci.
Il cortometraggio è stato presentato da Maria Cristina Cocco, sarda-biellese che ha illustrato alcuni aspetti della sua Terra di origine: la Sardegna.
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Profumi mediterranei e crostoni di polenta fumante

Sabato 31 ottobre, alle ore 20, nei saloni del Circolo Su Nuraghe, in via Galilei, 11, a Biella, verrà servita una cena a base di cinghiale; un momento conviviale caratterizzato da specialità di stagione, cucinate secondo ricette della tradizione.
Il cibo, un aspetto della cultura materiale effimera, sarà protagonista nell’incontro conviviale d’autunno in cui l’ingrediente principale sarà il cinghiale, “cugino” selvatico del maiale, animali rispettivamente connessi con la civiltà della caccia e con quella contadina.
Se la sorte del primo è segnata dalla stagione venatoria appena incominciata, quella del secondo avrà il momento sacrificale tra la fine di novembre e gennaio, durante il periodo più freddo dell’anno.
Animale fondamentale nella tradizionale economia domestica di sussistenza, l’immagine del maiale è presente nell’iconografia del sacro associata alla figura di Antonio, il santo eremita del IV secolo, popolarmente conosciuto come il santo del “maialino”, la cui festa liturgica viene celebrata il 17 gennaio.
I prodotti di entrambi gli animali vengono conservati, cucinati e serviti secondo ricette simili, tramandate in diverse varianti a seconda dei luoghi e della disponibilità di ingredienti.
A Su Nuraghe di Biella, la carne di cinghiale verrà proposta nel ragù per accompagnare pennette di pasta e nello spezzatino, aromatizzato da profumi mediterranei, associato a crostoni di polenta fumante.
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Su Nuraghe film, tra meraviglie naturali e creazioni dell’uomo

locandinaSabato 24 ottobre, alle ore 21, nelle sale di via Galileo Galilei, 11 a Biella, nuovo appuntamento con “Su Nuraghe Film“, le lezioni di cinema “per conoscere la Sardegna attraverso il film d’autore”. In cartellone “Sardegna Isola parco”, un documentario del giovane regista cagliaritano Davide Mocci.
Il cortometraggio sarà presentato da Maria Cristina Cocco, sarda-biellese che illustrerà alcuni aspetti della sua Isola di origine: la Sardegna. Come di consueto, anche per l’edizione autunnale 2009, le opere saranno proposte da Sardi di seconda e di terza generazione, uomini e donne nati lontano dalla loro Terra.
Il documentario mostra alcune suggestive località dell’Isola, tra meraviglie naturali ed antichissime creazioni dell’uomo.
Il Parco del Gennargentu, colto durante la stagione primaverile e nel corso del freddo inverno imbiancato dalle abbondanti nevicate; il maestoso canyon di su Gorroppu con le sue alte pareti rocciose; la gola di Tiscali con il suo villaggio nuragico.
L’autore esplora caratteristici tratti costieri tra i più belli del Mediterraneo: le cale e i fondali marini; le grotte sul mare come quelle di Nettuno ad Alghero.
Il documentario prosegue alla scoperta del parco del Montiferru-Sinis, dell’antica città di Tharros, del Museo della Tecnologia Contadina a Santulussurgiu e delle numerose lagune del Sinis, ricchissime di avifauna.
Il silenzioso quasi irreale parco della Giara di Gesturi, i meravigliosi scenari naturali e i cavallini selvatici sardi, gli ultimi presenti nel Continente Europeo, fanno da chiusura al documentario.Continua a leggere →