Alcune considerazioni del giovane socio (21 anni) Matteo Floris
Costruire un nuraghe fuori dalla Sardegna e a distanza di migliaia di anni? A Biella si può. Fino a qualche tempo fa in pochi avrebbero immaginato che ai piedi delle Alpi si sarebbe potuta realizzare un’opera simile, probabilmente unico caso esistente in Italia. Eppure, grazie alla collaborazione tra il Circolo Su Nuraghe e l’Amministrazione comunale di Biella, ci siamo riusciti. Per cogliere il senso di tale iniziativa è indispensabile non fermarsi ad un’analisi superficiale, che impedirebbe di capire le reali motivazioni che hanno portato a trapiantare il simbolo della millenaria storia sarda in una provincia piemontese, ma bisogna sforzarsi di andare un po’ più in profondità. Nuraghe Chervu (nome che deriva da quello del torrente biellese Cervo), è un simbolo di unità e un inno alla diversità, non un semplice capriccio folcloristico della numerosa comunità sarda di Biella. Continua a leggere →
Come le rondini a primavera, così gli emigrati ritornano periodicamente alle terre in cui sono nati.
L’estate è il periodo che vede il maggior flusso di Sardi verso l’Isola.
Così, anche il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe sospende le sue attività proponendo ai Soci un incontro conviviale prima delle vacanze anticipando nel menù il mare che dovranno attraversare: Sabato 12 luglio è in calendario una cena di pesce preparata dagli abili cuochi per una nuova serena serata in amicizia.
Grande adesione di giovani a “Le pietre e il sacro, disegna un nuraghe” Concorso riservato ai ragazzi di 6-19 anni delle scuole pubbliche e private Domenica 22 giugno 2008 è avvenuta la premiazione nella sala consiliare della Provincia di Biella
Nuraghe Chervu è un’opera pensata e realizzata in modo partecipato e condiviso, con uno scopo in particolare, il rafforzamento e la trasmissione di una memoria condivisa che oggi sembra essersi affievolita. Per questo motivo, fin dall’inizio, si è scelto di assegnare un importante ruolo alle nuove generazioni. Bambini e ragazzi, i depositari di quella memoria e quei valori che il monumento vuole rappresentare, sono stati protagonisti attivi nel percorso che ha condotto alla realizzazione del nuraghe.
Studenti di elementari, medie e superiori, infatti, hanno offerto il proprio contributo attraverso il concorso scolastico “Le pietre e il sacro, disegna un nuraghe”, che ha visto la partecipazione di oltre settecento persone. I disegni, ciascuno corredato da un motto, pervenuti alla commissione presieduta dal professor Roberto Perinu sono divenuti la base di partenza da cui poi prendere spunto per la realizzazione concreta del nuraghe. I vincitori del concorso, uno per ogni grado scolastico, sono stati Alessio Gromo (elementari), Giulia Maria Ghirardi (medie) e Arianna Pagliaro (superiori). Le ultime due si sono aggiudicate un viaggio premio in Sardegna per tre persone, mentre Alessio Gromo grazie a “Incisioni sui nuraghi”, opera vincitrice in assoluto, è stato premiato con un viaggio, sempre sull’isola, ma per quattro persone. Premi speciali sono andati anche al dirigente scolastico (un viaggio per quattro persone in Sardegna) e alle tre insegnanti (un viaggio per due persone) che hanno seguito il maggior numero di studenti nell’ambito del concorso. La premiazione è avvenuta lo scorso 22 giugno nella sala consiliare del palazzo della Provincia di Biella dove, a ringraziamento dei giovani partecipanti, sono state esposte tutte le opere realizzate dai ragazzi
Nella foto: l’arch. Alberto Rainero elabora in formato tridimensionale il progetto di Nuraghe Chervu.
Le motivazioni della Giuria presieduta dal prof. Roberto Perinu
ALESSIO GROMO
Il nuraghe, struttura pietrosa e arcigna, esce, rosso e incombente, dal buio notturno che lo nasconde e lo protegge, evocando emozioni e suggestioni nuove e arcaiche di grande effetto: dalla notte del tempo alla realtà del presente.
GIULIA MARIA GHIRARDI
Realizzazione grafica e coloristica di forte impatto visivo, unita ad immagini singolari e coinvolgenti nell’invenzione fantastica, di particolare effetto emozionale.
ARIANNA PAGLIARO
“Una cultura di pietra”, un ponte ideale tra un mondo, la Sardegna, lontano nello spazio, evocato dal drappo con i quattro mori; e uno, presente nel tempo biellese: la duplice figura della vecchia e dell’orso. Biella e Sardegna fuse in un abbraccio di emozioni, misurato e coinvolgente ad un tempo.
ANTONIO PUSCEDDU
Omaggio al più piccolo, così piccolo che è fuori dal concorso: simbolo di un mondo nuovo che si affaccia all’antico, con nuova forza, nuova vita che nasce, cresce, continua.
Molte le tecniche per raffigurare il nuraghe e l’immagine della Sardegna, fascino di una terra la cui civiltà è stata improntata all’uso delle pietre
L’invito che il circolo Su Nuraghe ha rivolto agli studenti delle scuole del territorio ha avuto un riscontro entusiastico e direi anche inatteso o almeno così forte che è andato ben oltre le nostre aspettative. Ricevere da oltre 700 ragazzi circa 630 elaborati significa che il tema proposto ha acceso l’interesse degli studenti. Il fatto poi che il loro impegno si volgesse alla creazione di una immagine e di un motto su un tema lontano dal loro quotidiano: il nuraghe, suscita davvero stupore non solo per la quantità dei materiali consegnati ma anche per la consapevolezza con la quale hanno affrontato il loro impegno.
Molte sono state le tecniche utilizzate per raffigurare il nuraghe e l’immagine della Sardegna che va ad evocare: dal collage, al disegno libero, dall’uso di materiali quali pasta e sughero inseriti nella composizione all’uso del polistirolo; tanti gli stili dal disegno naturalistico alla composizione di tipo pubblicitario, dal richiamo allo stile dei writers e di Haring all’inserimento di acrostici.
A volte la fantasia dei ragazzi è risultata fortemente contaminata dagli slogan pubblicitari consegnandoci un immagine solo vacanziera della Sardegna, ma nella maggioranza dei casi è stato soprattutto il mistero di una antica civiltà che trova nel nuraghe la sua rappresentazione più significativa che è stato sottolineato. Il fascino di una terra la cui civiltà è stata improntata all’uso delle pietre come i grandi massi delle piramidi dell’antico Egitto la fa rappresentare come civiltà guerriera, ma anche piena di profumi, di piante aromatiche, di mare popolato di delfini e sirene, di statue della fecondità e cavalli che corrono liberi.
Si intravede oltre il lavoro dei ragazzi il grande sforzo da parte degli insegnanti di consentire agli studenti di esprimere al meglio le loro capacità e la loro fantasia entro una base di informazioni importanti – uno zoccolo duro di dati storici, geografici e di conoscenza delle varie tipologie di nuraghe, che talora approda addirittura alla ricostruzione del complesso nuragico come avrebbe potuto essere in origine. Accanto al disegno il motto: oltre ad alcuni interventi in versi, la maggior parte si è orientata su motti che coniugano il passato con il presente, sottolineando come le radici storiche permeano il vissuto contemporaneo e come civiltà ” di pietra” così lontane abbiano ancora molto da narrare ai giovani d’oggi.
Al Circolo Su Nuraghe e alla sua anima, il prof. Battista Saiu, un grande complimento per quanto è riuscito ancora una volta a costruire con il tessuto cittadino e con il territorio. Bandire un concorso per le scuole è ormai una scommessa, se pensiamo quanto la scuola sia tempestata di offerte con un numero talmente vasto di proposte che a volte non si riesce a cogliere la bontà delle singole iniziative. Il risultato ottenuto sia per quantità che per qualità è invece in questo caso un obiettivo raggiunto che rinsalda ancora una volta il forte rapporto fra Biella, il Biellese e la Sardegna, la sua comunità locale e la sua storia millenaria.
Salvatore Niffoi a Biella per parlare di libri, di origini e di identità “Ho messo ali di carta per volare lontano, ma il mio cuore è a Orani”
Riportiamo l’articolo pubblicato dal giornale locale “Eco di Biella” in cui Marinella Debernardi racconta la serata biellese dello scrittore Salvatore Niffoi che parla dei suoi libri e delle sue origini. Continua a leggere →
Particolarmente suggestiva si annuncia l’inaugurazione di Nuraghe Chervu a Biella, l’opera megalitica realizzata sulle sponde del Torrente Cervo,
porta di accesso al costituendo Parco Fluviale Urbano della Città alpina.
L’opera è stata realizzata dalla Città di Biella per omaggiare la Brigata Sassari e i 532 Caduti biellesi nel 90° anno dalla fine della Prima Guerra Mondiale.
Come le 650.000 vittime che hanno sacrificato la vita per costruire l’Italia moderna, così le pietre provenienti da diverse regioni d’Italia costituiscono la torre del Nuraghe Chervu biellese: dall’altopiano di Asiago proviene un masso che rimanda alla Brigata Sassari e ai 13.602 caduti sardi.
Saranno le donne sarde a benedire con il grano il nuovo nuraghe, i menir, le bandiere e la pietra dedicatoria in cui sono riportate alcune date simbolo:
1297, istituzione del Regno di Sardegna;
1861, cambio di nome: il Regno di Sardegna diventa Regno d’Italia;
1918, fine del Primo Conflitto mondiale;
2008, inaugurazione di Nuraghe Chervu.
Seguirà la benedizione religiosa impartita dal Cappellano di Su Nuraghe Don Ferdinando Gallu.
Presteranno servizio la Banda Musicale Giuseppe Verdi-Città di Biella, i Fucilieri di Su Nuraghe; saranno presenti i labari delle Associazioni combattentistiche e d’Arma.
Sul pennone principale sventolerà l’orifiamma vermiglio della Città di Biella associato alle bandiere d’Europa, d’Italia, di Piemonte e di Sardegna.
Battista Saiu
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