Il Carnevale biellese

Da circa dieci anni il Carnevale biellese nasce nel Circolo Su Nuraghe di Biella. Il Comitato delle Maschere Biellesi, che organizza il seguitissimo evento che coinvolge l’intera Provincia, tiene le sue riunioni e i suoi incontri nella nostra sede.
Nell’incontro di giovedì 16 ottobre si sono già fissate le date per gli appuntamenti del prossimo Carnevale, stabilendo il giorno in cui il Gipin, accompagnato dalla sua fedelissima Catli-na, scenderà dai monti di Camandona per ricevere le chiavi della Città di Biella direttamente dal sindaco Gianluca Susta.
In passato tutti gli oltre 60 paesi biellesi erano presenti nel momento di consegna delle chiavi. Oggi la modernizzazione tende a rimuovere le tradizioni più antiche, ma il radicamento è ancora forte.
Il prossimo incontro è fissato per giovedì 27 novembre, ore 21 nella sede di Su Nuraghe in via Galilei, 11 a Biella.
Per saperne di più basta mettersi in contatto direttamente con il Gipin (Ermanno Caneparo).

3a Edizione di Su Nuraghe in Musica

Sabato 22 novembre 2003 – saloni di via Galileo, 11 – Biella – corso di musica e di danza tradizionale
Musica alpina di “La quinta Rua” – musica sarda di “Purissima Sanna” e Francesco Bassignana- Festa da Ballo

Artisti di particolare valenza simbolica, oltre che di grande maestria, ecco i protagonisti di Su Nuraghe in Musica 2003. Ospite di questa manifestazione, giunta alla terza edizione, sarà “La quinta rua“, gruppo biellese di musica tradizionale.
Le note sarde saranno prodotte dalle armoniche a bocca di suonatori che da anni risiedono in terraferma: Purissima Sanna di Aosta e Francesco Bassignana di Trivero.
La formazione biellese, composta dal nucleo storico dei “Refolé“, si è arricchita negli anni di nuovi suonatori, molti giovani e giovanissimi.
I loro strumenti sono flauti e ghironde, cornamuse e violini, tamburi, organetti diatonici e tanti, tantissimi oggetti di uso comune, convertiti alla produzione di melodie, tutte particolarissime.
Ecco che da tegole, scodelle e persino da xiveddas, le grandi conche sarde per la realizzazione degli impasti di farina, vengono estratti suoni di bordone, gradevoli e speciali. Nonostante recenti contaminazioni, le danze e i balli piemontesi sono quelli che scandivano i momenti di festa nel mondo contadino, “montagnin e campagnin“, di qua e di là dell’alpe. Infatti molti balli hanno nomi che rimandano alle parlate provenzali, occitane o liguri, come il rigouduon, la courenta, la tresso, la controdanso, o a nomi provenienti da territori ancora più vasti e lontani come polka e valzer. A volte sembra di trovarsi davanti a versioni popolari con tracce antiche di contaminazioni dotte.
Certamente le musiche di corte, quelle dei “signori”, hanno avuto un loro influsso sulle composizioni melodiche, così come la cucina nella preparazione dei cibi o gli abiti dei nobili nella foggia dei vestiti popolari, influenzando a volte anche la quotidianità e non solo i momenti calendariali più significativi.
Il mondo della tradizione ha rifunzionalizzato, ha “digerito”, fatto suo il suo presente, fino ad arrivare a quello che dal mondo della tradizione è giunto e giunge fino a noi.
Nelle musiche che sabato 22 novembre prossimo verranno proposte, coglieremo, come riflesso in uno specchio, anche alcune antiche usanze del mondo cerimoniale alpino.
La musica, definita linguaggio degli dèi nel mondo classico, veniva “suonata” e ballata durante feste comunitarie in piazza o sull’aia: nei riti di passaggio come i matrimoni, nelle feste solari “dei morti” e “di fine anno” o in quelle lunari del Carnevale.
A volte si tratta di canzoni di questua, rito che permetteva di ridistribuire risorse alimentari o le canzoni di maggio, saluto e inno alla primavera, alla nuova stagione, alla fertilità e alla rinascita.
Al canto si accompagna il ballo.
I ballerini, ancora oggi, nel loro ruolo quasi ieratico assumono le codificate posture rituali.
È assai semplice individuare i balli che più recentemente la tradizione ha inglobato e sussunto. Questi, generalmente, sono i balli di coppia, anche se a volte le figurazioni conservano i tratti più arcaici del ballo in cerchio. E proprio il ballo in cerchio, su ballu tundu, il ballo tondo, caratterizza la quasi totalità dei balli sardi.
La Sardegna è una terra conservativa per il fatto di essere “isola”, staccata dal resto del mondo e con il quale, da sempre, è stato difficile relazionare.
Non solo. Gli elementi, gli apporti esterni, una volta penetrati, hanno finito con il diventare parte stessa della tradizione dei Sardi, carne della loro carne, terra della loro terra.
Soffermandoci ai balli, basti pensare alle diverse danze, caratteristiche perlopiù la zona campidanese, quella parte pianeggiante dell’Isola più esposta all’influenza dei forestieri, a sos istranzos, agli arrivati, a sos accudidos.
Certamente più difficile, e perciò stesso minore è stata l’influenza nelle Barbagie, nella parte montuosa del territorio. Qui, ancora oggi, si possono riscontrare balli antichi come su passu torradu, con le mille varianti caratterizzanti singoli paesi. Diffuso su tutto il territorio sardo rimangono su dillu e su ballu tundu. E proprio su ballu tundu è conosciuto come su ballu sardu. Il ballo comunitario antico che addirittura identifica nel ballo la stessa isola dei sardi.
Non resta che cogliere l’occasione offerta da Su Nuraghe in Musica per andare, anche solo per una sera, all’origine, alle nostre radici.

Battista Saiu

Borse di studio ai figli meritevoli dei Soci

Martedì 6 gennaio 2004, ore 15,30 – Biella, saloni del Circolo Su Nuraghe
Una apposita commissione esaminerà le pagelle e le schede di valutazione dei ragazzi

Arrivata alla 25° edizione, anche quest’anno verranno assegnate le tradizionali otto borse di studio ai figli dei Soci che hanno conseguito i migliori risultati durante il passato anno scolastico. I premi sono riservati ai giovani che frequentano la scuola dell’obbligo: elementari e medie.
Per partecipare è sufficiente presentare alla segreteria del Circolo la fotocopia della pagella o della scheda di valutazione consegnata agli scolari o agli studenti alla fine dell’anno scolastico.
Della commissione, presieduta dal prof. Roberto Perinu, fanno parte anche il prof. Dino Gentile, la prof.ssa Anna Taberlet-Puddu e la maestra Elena Garella.
Bisogna consegnare gli attestati al Circolo entro sabato 20 dicembre, al fine di permettere alla Commissione esaminatrice l’attenta valutazione. I premi in denaro verranno assegnati martedì 6 gennaio alle ore 15,30 nella sede di via Galileo Galilei, 11 a Biella.
A ciascun vincitore verrà consegnato un assegno di 80 Euro.
Sarà una piacevole occasione di incontro per salutare il nuovo anno, all’insegna del futuro che i ragazzi naturalmente rappresentano.
La distribuzione di dolci, libri e giocattoli ai giovani partecipanti favorirà quel caratteristico clima di festa proprio di questa manifestazione che chiude le feste natalizie e inaugura le attività 2004 del nostro sodalizio.
L’altro importante appuntamento riservato ai giovanissimi sarà il “carnevale dei bambini”, con un pomeriggio tutto loro di giochi ed animazione e con la degustazione di cattas e zippulas.

Nuova mostra fotografica “Feminas: donne sarde a Biella”

Continua il lavoro di ricerca sull’emigrazione femminile dalla Sardegna verso il Biellese
Sabato 6 marzo 2004 – nei saloni della biblioteca del Circolo – verrà inaugurata una nuova mostra fotografica

Dopo il successo della mostra fotografica dedicata alle donne, svoltasi al Circolo la primavera scorsa, continua il lavoro di ricerca sulla popolazione femminile nata in Sardegna e immigrata nel Biellese dal dopo guerra ad oggi.
Focalizzando l’attenzione sulle donne iscritte a “Su Nuraghe”, stiamo raccogliendo i dati utili a ricostruire i motivi che hanno determinato questo significativo spostamento di popolazione.
Si chiede infatti alle donne contattate di compilare una scheda, in modo da poter reperire tutti i dati utili per comporre un importante capitolo della nostra storia recente.
Già dalle prime ricerche d’archivio emergono alcune cose importanti: le ragazze che si trasferiscono dalla Sardegna negli anni ‘60-’70 del Novecento trovano nel Biellese una rete preesistente di conoscenti e parenti già residenti in questa zona; queste donne non si spostano a seguito di mariti o fratelli, come altre precedenti storie di immigrazione ci hanno raccontato, ma emigrano dalla Sardegna in modo autonomo e vengono nel Biellese con l’intenzione di costruirsi un futuro durevole; la loro capacità di integrazione è molto significativa sia nel lavoro sia nella società. Questi ed altri dati raccoglieremo nei prossimi mesi chiedendo alle protagoniste di partecipare in prima persona per raccontarci la loro storia. Il Circolo con questa importante iniziativa intende dar vita in un prossimo futuro ad una seconda mostra fotografica e ad una pubblicazione.

Aurora Zedda


Con queste brevi considerazioni Aurora Zedda ci fa capire l’importanza delle donne sarde nella comunità biellese. Ad aurora, infatti, è stato affidato l’incarico di indagare la storia dell’immigrazione femminile in questa parte di Piemonte, consapevoli come siamo che la storia dei Sardi di Biella è storia biellese. Siamo consapevoli delle capacità, e degli strumenti per dare il nostro contributo alla compilazione di quelle pagine di storia locale contemporanea che si intersecano con la storia della nostra partenza con l’abbandono della terra in cui siamo nati.
Le nostre microstorie sono fondamentali per una lettura del fenomeno migratorio, quell’esodo che ha visto lo spostamento di interi paesi dal meridione d’Italia e dalle isole verso le zone ricche e industrializzate.
Noi Sardi dell’emigrazione, noi che abbiamo vissuto e viviamo una sorta di diaspora, siamo i protagonisti e i custodi di questa storia: nelle nostre case e nei nostri cuori sono conservati i ricordi, a volte dolorosi, di quegli anni. E non sempre il ritorno ai nostri paesi di nascita ha significato il coronamento dei nostri sogni, in quanto se qui siamo conosciuti come “i sardi”, in Sardegna veniamo sovente indicati come “sos continentales”.
Una integrazione difficile al momento del nostro arrivo in Piemonte, difficoltà permanenti ancora per il nostro rientro in terra sarda.
Con questo lavoro vogliamo invitare alla disponibilità a fornire quei dati e quelle notizie durante le interviste condotte da Aurora Zedda.
Inoltre, un invito a mettere a disposizione le fotografie di quegli anni, affinché non vada perduto quel frammento di vita immortalato nello scatto fotografico.
Documento prezioso che vorremmo raccogliere in un apposito volume di immagini in cui siano presenti i volti e i momenti dei Sardi che sono venuti a vivere a Biella e nel territorio della sua provincia.
Sono moltissime le immagini che vengono continuamente messe a disposizione per questo studio e, come annunciato, faranno parte di una nuova rassegna espositiva che verrà allestita nei saloni della biblioteca di Su Nuraghe.
L’inaugurazione è prevista per sabato 6 marzo 2004, in occasione dei tradizionali festeggiamenti della Festa della Donna.