I festeggiamenti per fra’ Nicola

Bioglio, parrocchia di S. Maria Assunta, 30-31 marzo e 1 aprile

Ecco il programma delle manifestazioni organizzate a Bioglio dalla parrocchia di don Mario Parmigiani:

venerdì 30 marzo
ore 10 celebrazione eucaristica alla casa di riposo R.S.A.
ore 15 chiesa parrocchiale Via Crucis con riferimento agli scritti del Beato
ore 21 chiesa parrocchiale, recita di Su Rosariu Cantadu e meditazione in lingua sarda presieduta da don Ferdinando Gallu, a cura del gruppo di preghiera Su Nuraghe

sabato 31 marzo
ore 9,30 celebrazione eucaristica alla casa di riposo del Cottolengo
ore 11 chiesa parrocchiale, incontro con i bambini della scuola elementare, in particolare con quelli della Prima Comunione
ore 12,30 pranzo riservato ai parenti del Beato residenti a Bioglio
ore 16-17,30 confessioni
ore 21 filmato di Telepace sul Beato e conferenza per giovani e adulti

domenica 1 aprile
al mattino celebrazioni eucaristiche nelle 4 parrocchie di don Parmigiani
ore 15 processione con il quadro del Beato scortata dai fucilieri sardi e gruppi in costume, partendo dalla casa di riposo del Cottolengo verso la chiesa parrocchiale
16,30 circa conclusione con un rinfresco fraterno in piazza con le comunità presenti.

Su Nuraghe in musica con 4 artisti e un pianoforte

Lezioni di musica al Circolo: si svolgeranno nella serata del 31 marzo

Senza l’armonico alternarsi di tasti bianchi e neri anche il migliore pianoforte non potrebbe produrre che suoni senza senso né armonia: è infatti dalla varietà, nella musica come nella vita, che nasce la bellezza.
Può capitare allora che, per caso o per destino, tre giovani musiciste si ritrovino insieme attorno a un antico pianoforte: i tasti sono impolverati e alcune corde saltate, ma la musica è ancora capace di dare emozioni. Ecco allora che, quasi per sfida, si decide di tentare un restauro, anche grazie all’intervento provvidenziale di una socia di Su Nuraghe che, pur volendo restare anonima, dona i fondi necessari; giorno dopo giorno il progetto va in porto e il risultato stupisce anche Biagio Picciau, il bibliotecario dell’associazione che ha donato lo strumento.
Ecco allora che nasce l’idea del concerto, per ridar vita allo strumento, ma soprattutto per riunire ancora una volta Sardi e Biellesi, questa volta grazie alla musica: succederà sabato 31 marzo al Circolo Su Nuraghe quando Francesca Faudella, Paola Melis e Maurizio Amadori si esibiranno nel canto accompagnati da Valentina Foddanu al piano appena restaurato.
Pur essendo tutti e quattro molto giovani questi artisti possono già vantare curricula di tutto rispetto (vedi schede) che mettono in evidenza un percorso di studi rigorosi ed esperienze professionali significative; quest’esibizione dunque si va ad aggiungere al ricco carnet di appuntamenti culturali che caratterizza l’attività di Su Nuraghe.


Francesca Faudella, è nata a Biella, ma ha vissuto a lungo a Milano, dove ha portato a termine gli studi, dedicandosi poi totalmente al canto che attualmente perfeziona con il soprano Susanna Ghione. Diplomata in lingue, è in possesso del compimento inferiore di canto, conseguito presso il Conservatorio di Alessandria. Voce da soprano, è dotata di qualità vocali che le consentono ampi spazi dalla lirica all’oratorio. Ha al suo attivo numerosi concerti in qualità di soprano ed in gruppi cameristici. Di recente ha seguito corsi di perfezionamento a Vienna dove, nell’aprile scorso, presso la basilica di S. Margareten, ha eseguito lo “Stabat Mater” di G.B. Pergolesi con il mezzosoprano Maria Tokarska e accompagnata dal Mozart Quartett.
Ha frequentato, nell’estate 2000 a Riva del Garda, il Master Class Internazionale per giovani musicisti tenuto dal soprano Mietta Sighele.
Ha ottenuto un grande successo presso il pubblico biellese inaugurando nell’ottobre 2000 il restauro e la riapertura del settecentesco Oratorio del S. Sudario, in Biella Piazzo, in occasione dell’Ostensione della S. Sindone a Torino. Per l’occasione ha eseguito un repertorio di musiche sacre accompagnata al pianoforte dalla pianista Gloria Gili, con cui studia e collabora. Infine ha frequentato nel novembre 2000 il “master class” del mezzosoprano Franca Mattiucci presso la “Nuova Arca-Accademia della Voce” di Torino.


Paola Melis, di origine sarda (orgogliosa di questo!), studia canto dall’età di 17 anni. Dapprima seguita da un maestro di Vercelli si è poi iscritta nel 1993 al Conservatorio Cantelli di Novara dove ha conseguito il diploma nel giugno 1999. Il suo debutto risale al 1991, quando, all’età di 18 anni, si esibì nel suo primo concerto nella chiesa di San Filippo in Biella in un duetto sacro di R. Perosi.
Dall’età di 14 anni fa parte della corale Magi presso la quale emerge in ruoli solisti sia di repertorio sacro (Vivaldi, Magri, Perosi) che di repertorio operistico e di operetta (Mozart, Verdi, F. Le Har).
Nel 1998 si è esibita nel ruolo di Polly Peatchum in “Beggar’s Oper” di Britten presso il teatro Coccia di Novara e nel novembre 2000 nel ruolo di Giunone in “Orfeo agli Inferi” di Offenbach.
A “Biella Estate” terrà un concerto in onore di Verdi per il centenario della sua morte nel ruolo di Desdemona Canzone del Salice ed Ave Maria di Otello.


Valentina Foddanu si è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio di Torino sotto la guida del M° S. Verdirame.
Ha partecipato a numerosi corsi e seminari di perfezionamento pianistico.
Ha inoltre seguito i corsi per pianisti collaboratori-accompagnatori tenuti da Vincent Scalera presso la “Renata Scotto Opera Academy” e da Sergio Magli, nell’ambito del laboratorio lirico di “Spazio Musica”, partecipando alla realizzazione della “Bohème” di G. Puccini, rappresentata al teatro Mancinelli di Orvieto.
In Torino ha collaborato con l’Accademia della Voce e con la classe di arte scenica.
È diplomanda in clavicembalo al Conservatorio di Torino con il M° G. Tabacco.


Maurizio Amadori – baritono – è allievo del M° Alain Charles Billard col quale si sta perfezionando nel repertorio di autori quali Donizetti-Bellini-Rossini per i ruoli di bariton-lirique.

Gita a Venezia: visita alla mostra Gli Etruschi

L’appuntamento annuale avrà come meta la bella città lagunare

Due giorni per visitare una città splendida e scoprire la civiltà raffinata e misteriosa degli Etruschi.
È in programma nei giorni 19 e 20 maggio l’annuale gita sociale del Circolo che quest’anno avrà per meta la mostra Gli Etruschi, organizzata dalla Fondazione Agnelli in Palazzo Grassi a Venezia. Oltre all’interessante mostra, unica nel suo genere e arricchita da numerosissimi reperti più o meno noti, i soci del Circolo potranno cogliere l’occasione per visitare una città che ha ispirato nei secoli poeti e pittori grazie ai suoi paesaggi sospesi tra terra ed acqua, tra storia e fantasia.
Affinché l’organizzazione possa essere effettuata al meglio è naturalmente necessario che le prenotazioni giungano al più presto ai promotori dell’iniziativa.

Legami antichi tra Sardi ed Etruschi

5 maggio: conferenza di Alessandro Sanna al circolo
Signori dei mari e ammiratori dei Greci, rivivono oggi nella mostra di Palazzo Grassi

Loro si chiamavano Rasenna o Rasna, ma il nome con cui erano più conosciuti era quello dato dai Greci: Tyrrhenòi o Tyrsenòi, cioè Tirreni. Da loro ha preso il nome il mare, dal mare ha preso il nome la Tirrenia che per noi è sinonimo di viaggio in mare e di Sardegna.
Ebbene l’etimologia di Tirreni da Tyrrhis, tyrsis = torre, cioè “costruttori di torri”, la dice lunga sulle affinità tra gli Etruschi (Tirreni, Tirseni, Tusci, Etruschi) e gli antichi Sardi nuragici.
La comunanza è citata dal geografo e storico Strabone, fonte autorevolissima e millenaria.
Ecco perché non ci stupiremo quando vedremo i nostri bronzetti tra i corredi funebri esposti a Palazzo Grassi, istituzione culturale del Gruppo Fiat a Venezia, ove una grande mostra li presenta al mondo.
Molti erano i legami tra i Nuragici e i Rasna: la probabile comune discendenza dalla stessa zona dell’Asia Minore (la Lidia, antica Meonia), la comune abilità metallurgica, le tante attinenze linguistiche, così come sostenuto dai linguisti e filologi isolani e continentali, la comune capacità di andare lontano sul mare, e non solo in cerca di stagno.
Allora non era ancora diventato proverbio il detto “furat chie venit de su mare” (ruba chi arriva dal mare); non erano ancora padroni i Cartaginesi e i Romani.
I Rasna, gli Etruschi erano nostri alleati, amici; i loro bronzetti erano comuni a Posada, a Neapolis nell’Oristanese e altrove. I Nuragici, liberi e forti, erano padroni del loro mare e della loro terra; le loro ceramiche si ritrovavano a Oriente, le loro navi commerciavano lontano e i loro guerrieri erano temuti e rispettati come la civiltà che diffondevano.
A Venezia conosceremo il mondo di questo popolo amico, dove e come viveva, in cosa credeva.
Forse scopriremo qualche riferimento con “su connottu“, con i visi, l’atmosfera di una delle prime terre di là dal mare.

Alessandro Sanna

Ricordo di Ermanno Strobino

A cinque anni dalla scomparsa, conversazione con Franco Piras
Sabato 7 aprile appuntamento al Circolo

Scusa se ti rubo qualche minuto, ma il nostro Circolo ha deciso di dedicare una serata alla memoria dell’Ing. Ermanno Strobino. E abbiamo pensato a te, cui sei stato sempre molto legato, quale relatore. Spero che tu accetti volentieri la proposta!
Era questo, più o meno, il tenore della telefonata ricevuta alcuni mesi fa dal presidente del Circolo “Su Nuraghe”, Battista Saiu.
Posto di fronte alla prospettiva di poter ricordare pubblicamente e all’interno del Circolo l’amico Ermanno, a distanza di quasi cinque anni dalla sua scomparsa (è mancato tragicamente il 18 maggio del 1996, alla soglia dei 55 anni), ho risposto di si, con entusiasmo.
Solo qualche ora più tardi, riflettendo sulla proposta, ho avuto molti ripensamenti e tanti dubbi, tra cui il sospetto di non essere affatto in grado di sostenere un ruolo così importante e gravoso, per quanto gratificante. In fin dei conti il presidente Saiu mi chiedeva soltanto di ricordare, davanti ai soci della nostra Associazione, che mi auguro numerosi, una persona cui sono stato (e lo sono ancora, malgrado Ermanno non sia più fisicamente tra noi) molto legato per tantissimi anni. Di una persona che, con me e con moltissimi soci di Su Nuraghe, ha condiviso molti momenti di allegria e di spensieratezza, all’insegna di quello che era il “grande amore” per la Sardegna. Si perché Ermanno, ligure di origini e biellese di adozione, amava la nostra Isola come e più dei sardi.
Nell’Isola, Ermanno e i suoi cari, famigliari e amici, tornava ogni qual volta il tempo e il lavoro glielo con consentivano.
E quando non gli era possibile farlo addolciva la struggente nostalgia che l’attanagliava per la terra, i profumi e i sapori sardi, parlandone con i tanti conoscenti e amici isolani immigrati nel biellese (molti erano suoi dipendenti nell’azienda cossatese di sua proprietà, l’ex Tinval), frequentando i sardi cui era legato maggiormente, telefonando ai tantissimi amici conosciuti in Sardegna durante gli anni di insegnamento dedicati ai bambini residenti in molti piccoli e sperduti centri della Barbagia.
Per dare un senso ancora più concreto alla sua “sardità”, Ermanno non aveva esitato a far nascere uno dei suoi tre figli (Paolo, Fabrizio e Riccardo) in una clinica sarda.
Un “amore” profondo e sincero che lo aveva portato a circondarsi di molti oggetti sardi, che facevano bella mostra di se nella sua casa e nel suo ufficio, a consumare tutte le volte che gli era possibile i prodotti dell’Isola, a dare una mano concreta alla costituzione dell’Associazione dei sardi, nel lontano 1978, e alla successiva costruzione dell’attuale splendida sede del Circolo “Su Nuraghe” (grazie anche alla generosa disponibilità dell’allora sindaco di Biella, avvocato Luigi Squillario, altro grande amico della Sardegna e dei sardi, che donò in comodato quasi gratuito i locali di Via Galilei), all’organizzazione di tantissimi incontri e convegni, tra cui gli indimenticabili festeggiamenti del 1988, per il decennale del Circolo, dove si presentò orgogliosamente vestito con uno stupendo costume sardo. In quell’occasione, a Biella Fiere, davanti a quasi 5 mila persone, a Ermanno, quale presidente onorario di Su Nuraghe, venne consegnato un piccolo nuraghe in onice. Più che un regalo si trattò di un gesto di affetto e di riconoscenza, che accettò con entusiasmo, tanta commozione e persino qualche lacrima di gioia.
Ecco, detto così il compito che mi aspetta sembra davvero facile. Ma la realtà potrebbe essere decisamente diversa quella sera quando, nell’atmosfera del nostro Circolo, sicuramente impregnata di tanti ricordi, e al cospetto dei molti ospiti che interverranno, tra cui tanti soci, i famigliari e gli amici, l’emozione potrebbe anche impedirmi di essere lucido quanto basta per ricordare Ermanno quanto e come merita.
Spero di essere all’altezza, anche se non sarà facile.

Franco Piras