Radici e semantica delle parole sarde rivisitate mediante i dizionari delle lingue mediterranee (lingue semitiche, lingue classiche). Laboratorio linguistico, di storia e di cultura sarda a Biella
RAMADÙRA, arramadura camp. ‘fiorita, infioratura’ ossia gettito di fiori (talora misti a teneri ramoscelli) fatto durante una processione religiosa. Celebre è sa ramadura fatta al passaggio dell’effigie di sant’Efisio, uno dei due santi protettori della Sardegna. L’uso è arcaico, semitico, e lo ricordano anche i Vangeli nell’episodio della Domenica delle Palme, allorché il popolo di Gerusalemme, non disponendo di fiori, ricopre il percorso di Gesù con rami di palma. Le infiorature nelle processioni durarono anche durante il Medioevo europeo.
Apuleio (Metamorfosi XI, 9) ci rammenta quanto sia arcaico l’uso, ancora in voga nel III sec. dell’Era Volgare durante la processione di Iside, la quale per gli Egizi e per i nord-Africani rappresentava la Madonna, la paredra del Dio Sommo: Mulieres candido splendentes amicimine, vario laetantes gestamine, verno florentes coronamine, quae de gremio per viam, qua sacer incedebat comitatus, solum sternebant flosculis ‘Donne splendenti nelle loro candide vesti, tutte liete dei loro vari ornamenti e il capo ornato di ghirlande primaverili, lanciavano dal grembo fiori, sì da cospargere la via per cui passava il sacro corteo…’.