Su Calendariu 2023 costituisce il messaggio tangibile e visivo con cui il Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” di Biella intende fornire il proprio contributo di memoria per la costruzione del domani. È questo lo scopo preciso delle immagini e delle didascalie che illustrano questa edizione, incentrata intorno ai momenti, ai significati ed ai simboli che hanno caratterizzato le cele- brazioni avvenute il 20 Novembre 2022 presso l’area di Nuraghe Chervu.
Sito monumentale posto alle porte della nostra città, è dedicato ai Caduti della Grande Guerra e alla Brigata “Sassari”. Inizialmente focalizzato sulla memoria dei morti Sardi e Biellesi, nel tempo intercorso dal 2008, anno di fondazione, il pensiero memore si è esteso ai Caduti di tutta Italia nel Primo Conflitto Mondiale. Luogo di iniziative di memoria e di identità – che trascende i confini locali – ha al proprio centro il simulacro di un nuraghe, simbolo materiale e morale degli antichi legami esistenti e sussistenti tra Piemonte e Sardegna. Storie di persone e di relazioni senza soluzione di continuità, che diversi protagonisti hanno percorso. In primis, il precursore, Sant’Eusebio da Cagliari, primo vescovo di Vercelli nel IV Secolo e, secondo la Tradizione, intro- duttore del culto mariano di Oropa. Poi, fondamentale, il Generale Alberto Ferrero della Marmora (1789-1863), «esploratore innamorato» dell’Isola e fine studioso. In suo omaggio, il nuraghe è stato eretto con pietre di melafiro provenienti dalle cave di Curino, oggetto di suoi importanti studi geologici nel corso dell’800. A questi due pilastri hanno fatto seguito uomini e donne, migrati nel corso del tempo tra Isola e Terraferma, noti o meno, ma tutti profondamente coinvolti nella costruzione di quest’Italia Unita, che è nata proprio da quel Regno di Sardegna passato a Casa Savoia nel 1720. Un iter che, tra le sue tappe, ha vissuto i tragici anni della Prima Guerra Mondiale, altrimenti nota come IV Guerra di Indipendenza Italiana, nella quale i Sardi hanno trovato un simbolo di espressione identitaria e di unità: l’eroica Brigata “Sassari”, a reclutamento prevalentemente regionale, divenne ben presto il fiore all’occhiello dell’Esercito Italiano, pluridecorata per le imprese ed i sacrifici dei suoi soldati. Nel 2018, per la commemorazione del Centenario del Primo Conflitto Mondiale, il Comune di Biella, in sinergia con la Prefettura ed il locale Circolo Sardo, estese un invito ai Comuni di Sardegna e Piemonte e, successivamente, per completare l’area monumentale, a tutti i Comuni della Repubblica Italiana.
L’intento è quello di installare, progressivamente, un lastricato di pietre di riuso, che siano testimonianza e ricordo del dolore delle guerre e dei sacrifici che hanno contribuito alla creazio- ne dell’Italia moderna. Ciascuna pietra riporta il numero di Caduti della Grande Guerra per singola comunità. La risposta ha coinvolto ad oggi circa 700 Comuni italiani aderenti, che hanno invia- to lastre di varia composizione, forma e fattura. Domenica 20 Novembre 2022, riprendendo idealmente l’inaugurazione del primo lastricato (17 Marzo 2019), circa 200 Sindaci in fascia tricolo- re, accompagnati da sezioni di Associazioni d’Arma, famiglie e gruppi di ogni età, hanno presenziato alla nuova tappa di ampliamento del lastricato.
Le parole delle massime Autorità civili e religiose locali – il sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia, On. Andrea Delmastro Delle Vedove, il Presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, Sindaci provenienti dai Comuni italiani, il Prefetto di Biella, Dott.ssa Franca Tancredi, e il Sindaco della Città, Claudio Corradino – nonché i suoni e gli inni della Banda della Brigata “Sassari”- presente con il Colonnello Giuseppe Levato a rappresentare il Comandante Gen. Giuseppe Bossa – hanno scandito tempi e momenti di commossa ed entusiasta partecipazione. In apertura della Cerimonia, la “Santa Missa Cantada” in “Limba” – anticipazione di una Lingua liturgica sarda ormai prossima alla “confirmatio” papale -, concelebrata dal Vescovo di Biella, Roberto Farinella, grazie alla disponibilità del Cardinale Arrigo Miglio, Arcivescovo Metropolita emerito di Cagliari ed attuale Delegato apostolico di Iglesias. Occasione inedita per una nuova stagione di partecipazione, inculturazione liturgica e linguistica della nostra antica Fede, soprattutto per i Sardi che vivono dentro e fuori dall’Isola.
Il progetto del lastricato, condiviso con l’A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e con l’A.N.P.C.I. (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani), continuerà anche dopo la tappa
del Novembre 2022. L’intento è quello di creare un mosaico non solo di pietre, ma di Storia e di Comunità, che sia opera dell’intero territorio italiano. Il tutto in sintonia con “Casa Sardegna”, intuizione promossa dall’Amministrazione Regionale della Sardegna per l’adozione del simbolo del nuraghe in ciascuno dei luoghi ove sono siti i 121 Circoli Sardi nel mondo, in analogia al cosiddetto
“modello Biella”. Un ideale cui partecipa in prima persona proprio chi ha dovuto lasciare l’Isola dagli ottomila nuraghi, le torri preistoriche più alte d’Europa, e che chiama a raccolta i fratelli italiani, accomunati concretamente e simbolicamente nei valori della Costituzione Repubblicana e non solo nelle parole dell’Inno nazionale e di circostanza.
In tale quadro d’insieme, spicca il suggestivo ruolo delle “Donne del Grano”, funzione quasi “sacerdotale” che la donna da sempre riveste nella Sardegna tradizionale. Il lancio di petali di fiori, frammisti a chicchi di frumento, rievoca le parole di benedizione, impartite dalle antiche madri isolane che, in costanza di guerra, si presentavano alla soglia delle famiglie in lutto per ripetere un gesto sacro di speranza, la rottura di piatti quale atto a valore esclusivo dei Caduti al fronte.
Buona lettura e Buon 2023 – XLV di fondazione di Su Nuraghe
Battista SAIU