Nel corso dell’estate 2009 si è svolta a Cagliari la mostra “L’esploratore innamorato. Alberto Ferrero della Marmora e la sua Sardegna” (Il Ghetto, 26 giugno – 29 novembre 2009), promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari e curata dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
Il Centro Studi Generazioni e Luoghi di Biella ha prestato diari, manoscritti, disegni di Alberto Ferrero della Marmora e alcuni dipinti, scegliendo tra quelli da esso custoditi.
I documenti esposti sono stati restaurati grazie al contributo del Comune di Cagliari.
Tra il dicembre 2009 e il settembre 2010, la mostra, promossa dal Comune di Iglesias, sarà riproposta presso l’Archivio Storico Minerario di Monteponi.
Il calendario riproduce i dieci tra disegni e acquerelli esposti per la prima volta a Cagliari, oltre al noto dipinto di Pietro Ayres.
Su Calendariu 2010 è l’ossequio dei Sardi di Biella ad Alberto Ferrero della Marmora (1789-1863), esploratore appassionato e profondo conoscitore dell’Isola, suo secondo paese d’elezione, vero e proprio trait d’union tra diverse regioni d’Italia. Personalità poliedrica di una delle più celebri famiglie biellesi della storia nazionale, si è segnalato quale inconsapevole espressione dei fraterni e continui rapporti che uniscono da lungo tempo il Piemonte e la Sardegna. Rendendo omaggio a questo concittadino delle “due terre in un’unica patria“, il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella intende testimoniare la memoria e le idee che stanno alla base di un progetto triennale per le celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità Nazionale, confluito da ultimo nel programma provinciale dal titolo “Biellesi, tessitori di Unità“, posto sotto il patrocinio della Prefettura di Biella e presentato nel mese di novembre 2009 alla Regione Piemonte. Nel corso del 2011, infatti, verrà ricordato il 17 marzo 1861, giorno nel quale il Regno di Sardegna cambiò nome per diventare Regno d’Italia, evento che segnò una tappa determinante, sebbene non conclusiva, di quel percorso storico, al quale la Sardegna ha contribuito non solo con il sangue ed il sudore dei propri figli, percorso che ha condotto, prima, alla completa Unione politica della penisola al termine della Grande Guerra, il 4 novembre 1918, ed allo stesso sviluppo economico del Paese, poi, attraverso la copiosa immigrazione verso le zone più industrializzate del paese.
Il calendario contiene immagini istantanee e riproduzioni di opere di pregio storico, scientifico ed artistico dense di valori e di profondi significati . Vi sono presenti fotografie di momenti di festa della Comunità dei Sardi a Biella, la quale non perde occasione per ritrovarsi in due importanti luoghi storici della città ove tuttora si perpetua il ricordo dell’illustre concittadino, ossia il suo sepolcro e la piazzetta, antistante la basilica di S. Sebastiano, che ne porta il nome: il sagrato della chiesa è intitolato all’insigne compatriota, a seguito della delibera della Giunta Comunale di Biella n. 286 del 3 Maggio 2005, onore toponomastico di cui il Circolo Su Nuraghe si è fatto promotore negli anni antecedenti. Il monumento funebre di Alberto Ferrero della Marmora, posto all’interno della basilica, edificato e celebrato grazie alla volontà ed all’interessamento personale di Quintino Sella, consiste in un busto in marmo bianco e da tre lastre di melafiro estratto dalle cave di Graglia (BI). È la stessa tipologia di pietra effusivo-vulcanica con la quale, lo scorso anno, è stato innalzato, presso il Parco Fluviale Urbano del torrente Cervo, il Nuraghe Chervu, omaggio ai Caduti sardi e biellesi della Grande Guerra.
Elemento centrale del calendario sono le cadenze mensili delle immagini relative a quadri, disegni ed acquerelli dei quali, per la maggior parte, Alberto Ferrero della Marmora è autore. Le opere rappresentano soggetti e temi diversi, legati da un unico filo conduttore: la passione a tutto campo di un vero e proprio “erede dei lumi“, studioso della natura, della storia e delle genti di Sardegna, Isola misteriosa ed ancora in parte inesplorata agli inizi dell’Ottocento, terra nella quale il concittadino biellese ha soggiornato per oltre tredici anni della sua vita. In apertura, il pregevole quadro del 1828, in olio su tela, di Pietro Ayres, La famiglia Ferrero dei Marchesi della Marmora: vera e propria fotografia d’epoca ante litteram della casata, in essa il giovane Alberto è dipinto nell’atto di mostrare ai parenti quanto scoperto ed ammirato nel corso dei suoi viaggi sardi. Seguito, tra i disegni di sua fattura, vari scorci di Cagliari, varie vedute della fonte di Su Gologòne (Oliena), nonché rappresentazioni a tema ornitologico, quali l’Aquila sarda, l’Uccello palustre, l’Usignolo di fiume ed il Francolino Maschio.
Un insieme di riferimenti e di contesti culturali che costituisce,ancora una volta, un’ulteriore testimonianza ed aggiunge un nuovo tassello ai legami storici, politici ed affettivi intercorrenti tra Piemonte e Sardegna: novella iniziativa attraverso la quale il Circolo Culturale Sardo Su Nuraghe di Biella vuole contribuire al recupero di una memoria collettiva affievolita, che coinvolge la storia e la geografia della Sardegna e della stessa Terra biellese, entrambe sottoposte, negli uomini e negli eventi, ad una sorta di “damnatio memoriae“. Ad essa, certamente, non è stato esente il ricordo di Alberto Ferrero della Marmora, coperto da un assordante silenzio nella sua stessa città d’origine, fino a pochi anni or sono. Non così nella sua seconda casa, l’Isola, dove la punta più elevata del Gennargentu e la toponomastica locale di vari centri abitati, in primis il capoluogo Cagliari, del quale fu cittadino onorario, ne portano da sempre il nome, in segno di riconoscente deferenza e di ammirata gratitudine.
Altre immagini de Su Calendariu.