Su Calendariu 2017 è il messaggio, tangibile e visivo, attraverso il quale la Comunità dei Sardi di Biella vuole fornire il proprio contributo alla memoria quale elemento fondamentale per la consapevolezza nell’affrontare il presente e costruire il domani.
Nel 2011 celebrammo il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia ed in quell’occasione ricordammo come gli Italiani si caratterizzino, oltre che per la loro ricca identità, per il fatto di essere storicamente un popolo di migranti, realtà tuttora persistente. Da una parte, abbiamo i nostri giovani connazionali che, a prescindere da un titolo di studio o meno, sono costretti a lasciare i confini del Bel Paese, a seguito della difficile situazione economica, alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliori. Dall’altro lato, contemporaneamente, viviamo nella quotidianità l’incontro con stranieri ed extracomunitari in esodo verso la Penisola e l’Europa, spesso di passaggio dalle Isole tirreniche, come la nostra amata Sardegna.
Vederli davanti ai nostri occhi ed alle nostre case non può non ricordarci che anche noi siamo stati e siamo simili a loro. Dal 1876 al 1945 gli espatri dal Bel Paese furono diversi milioni, per lo più concentrati negli altri Continenti e nei Paesi più industrializzati del Nord Europa, ove Piemontesi, Veneti, Meridionali ed Isolani furono visti, spesso, come soggetti dei quali diffidare, oggetto di sospetto, di discriminazione e di emarginazione, se non, talora, di vere e proprie violenze ed atti criminali per il solo fatto di essere stranieri e, quindi, “diversi”. Fenomeni che trovarono qualche replica, seppure in versione minore, tra gli stessi Italiani, quando, nel secondo dopoguerra, presero vigore le migrazioni interne, soprattutto verso il Nord della Penisola, circostanze che cambiarono la geografia umana del Paese, con l’abbandono delle campagne e della montagna in favore delle zone industrializzate del Nord-Ovest, delle zone di confine e della capitale.
I figli di Sardegna e delle terre all’ombra delle Alpi e di Oropa ne sono stati – e ne sono tuttora – un emblematico esempio, con scambio reciproco e continuo di persone, idee, valori e cultura fra Piemonte e Sardegna, sin dai tempi di Sant’Eusebio da Cagliari, primo Vescovo di Vercelli, evangelizzatore della regione subalpina ed introduttore del culto mariano ad Oropa. Da allora, uomini, donne e bambini si sono mossi tra Isola e Terraferma in entrambe le direzioni, quasi sempre in cerca di un futuro migliore per sé e per i propri cari, spesso per motivi di lavoro e di studio, segnando le terre di arrivo o di elezione con il proprio passaggio e col frutto delle capacità individuali e collettive. Per diversi la partenza dalla patria nativa è stata definitiva, per altri la migrazione è stata temporanea. Non di rado la partenza è stata una scelta indispensabile e senza alternativa, altre volte il viaggio è stato solo una tra le opzioni offerte dal corso della vita.
L’edizione di Su Calendariu 2017 vuole ricordarci tutto ciò attraverso parole ed immagini.
Le istantanee fotografiche in bianco e nero riproducono la testimonianza di figure, istanti e tempi che, lungo lo scorrere di quel Secolo Breve che è stato il Novecento, hanno scritto la piccola storia locale di esistenze individuali e di collettività tra Biella e Sardegna.
In copertina, invece, le immagini a colori di due dei momenti più importanti dell’ultimo anno sociale della Comunità dei Sardi di Biella, entrambi celebrati a Nuraghe Chervu. Da una parte, una foto di Sa Die de sa Sardigna dello scorso Giugno, evento cui sono intervenuti gli agenti della Polizia Penitenziaria , tra le cui fila molti sono i Sardi, in servizio presso la locale Casa Circondariale nella caserma dedicata all’agente Alessandro Salaris di Suni (OR). Dall’altro lato, un’istantanea dell’edizione del Novembre 2016 della Festa degli Alberi, manifestazione che ha visto la messa a disposizione da parte di Forestas (Agenzia Forestale della Regione Autonoma della Sardegna) di oltre 400 piantine, con la partecipazione di studenti e docenti delle Scuole di Biella, una parte dei quali – accompagnati dalle Autorità, dagli agenti della Compagnia dei Carabinieri di Biella e del locale Corpo Forestale, nonché da sezioni delle Associazioni d’Arma – ha proceduto ad una piantumazione all’interno del perimetro dell’area monumentale. In entrambe le occasioni sono stati ricordati i Caduti Sardi e i Caduti Biellesi della Grande Guerra, «umpare, ansema, uniti», così come recita l’incisione presente sulle pietre del nuraghe ivi eretto.
Le celebrazioni di Sa die de sa Sardigna e della Festa degli Alberi intendono rappresentare in concreto un ulteriore dono attraverso il quale, insieme a vecchie e nuove generazioni di territori fratelli, lungo il filone di una memoria sempre viva e condivisa, passa la costruzione del presente in vista del futuro.
Battista Saiu